Prima di addentrarci nei dettagli del tema di oggi, è opportuno sottolineare che il Corano, il testo sacro dell’Islam, non fornisce indicazioni specifiche per la conduzione dei riti funebri. Le norme e le consuetudini che lo caratterizzano sono il risultato delle diverse tradizioni che variano non solo in base agli aspetti specifici della fede, ma anche in relazione ai gruppi o ai territori di appartenenza.
Vi è, però, un elemento comune, ovvero il concetto di resurrezione, così potente da far percepire la morte come un periodo di transizione. In questa prospettiva, manifestazioni eccessive di pianto e disperazione sono guardate con sospetto, considerate come una vera testimonianza di scarsa devozione a Dio. Al contrario, si valorizza un atteggiamento compostamente riservato.
Un altro tratto distintivo riguarda il tempismo della sepoltura. Per i musulmani, è imperativo seppellire nel minor tempo possibile. A differenza delle cerimonie a cui siamo abituati, non è contemplato un momento di cordoglio o di congedo dal defunto. La pratica si orienta invece verso una disposizione immediata delle spoglie.
Vediamo ora come si svolge l’intero rito funebre.
Rito di purificazione e semplicità
La celebrazione di un funerale, noto come Janazah, è intrisa di rituali e pratiche significative che rispecchiano la fiducia e la spiritualità dei fedeli mussulmani.
Il primo passo è la preparazione del corpo. Questo processo, chiamato Ghusl, implica il lavaggio e la purificazione della salma, seguito dall’avvolgimento in un sudario bianco chiamato Kafan. Una pratica che simbolizza la purezza e la semplicità che accompagnano il passaggio da questa vita a quella successiva.
Preghiere funebri: collettività riunita nella supplica
In seguito, iniziano a svolgersi tutte le orazioni funeree, definite con il nome di Salat al-Janazah. Una sorta di riunione coinvolge la comunità musulmana, che si riunisce in una moschea o in un luogo designato per onorare la memoria. E’ una situazione di particolare raccoglimento, riflessione e supplica, in cui tutte le persone presenti, ricordano i momenti terreni della persona e pregare per la sua pace eterna.
Rispetto dei principi e della direzione sacra
Durante la sepoltura, il corpo viene portato al cimitero e sepolto il prima possibile, rispettando l’importante principio di inumare il defunto entro 24 ore. La bara viene appositamente posizionata con la testa rivolta verso La Mecca, sottolineando la connessione spirituale del fedele con la città santa.
Consolazione della famiglia: solidarietà nel dolore
Successivamente, gli amici e i cari si riuniscono ancora per consolare la sua famiglia. Offrono conforto e sostegno, dimostrando la forza della solidarietà comunitaria durante il periodo di lutto. Spesso vengono organizzati pasti, durante i quali vengono recitati alcuni passi del Corano, e altre forme di assistenza per alleviare il peso emotivo e pratico che la famiglia può sperimentare.
Un ricordo tangibile
Infine, persiste una graziosa usanza: deporre un segno sulla tomba, come una pietra, simbolo tangibile del ricordo di quella persona. Restare accanto alla sepoltura dopo il commiato, intonando preghiere e suppliche, si traduce in un gesto di omaggio alla memoria, consolidando il legame con l’anima del defunto ormai trapassato.
Il funerale musulmano non è solo un atto di separazione terrena, ma anche un rituale che riflette la fede, la compassione e la solidarietà della comunità musulmana nel momento del lutto.
E tu, eri già a conoscenza delle diverse fasi che caratterizzano questo rito? Resta con noi per esplorare nuovi e affascinanti aneddoti e curiosità.