Tradizioni funebri a Bologna e provincia: la civiltà etrusca

La città di Bologna affonda le sue radici nella cultura villanoviana, la prima fase dello sviluppo della civiltà etrusca. Le tradizioni funebri testimoniano la sua rilevanza fin dal XI secolo a.C.: il ritrovamento di sepolture di personaggi d’alto rango e la presenza di necropoli lungo le strade che portavano alla città, dimostrano la sua centralità come snodo commerciale verso l’Italia settentrionale e l’Europa continentale. 

I riti funebri: la celebrazione della vita eterna

Presso gli etruschi la morte era intesa come un passaggio verso un altro mondo. Le tombe erano considerate la nuova dimora del defunto, decorate con elementi simbolici e ricchi corredi per rendere la sua permanenza nell’aldilà serena. I riti riflettono questa concezione positiva della morte: la salma era lavata, profumata e portata in corteo verso la pira dove venivano offerti doni, e i resti erano poi deposti in un’urna. La cerimonia si concludeva con banchetti, canti e danze, festeggiando insieme il viaggio verso l’aldilà.

Tuttavia, ci sono alcune differenze fra le modalità di sepoltura delle origini e quella degli ultimi secoli di vita della civiltà italica. Andiamo a vedere di quali si tratta.

L’evoluzione delle sepolture: la cremazione

Durante la fase villanoviana i resti delle salme cremate erano raccolti in vasi coperti da una ciotola o da un elmo, se il defunto era un guerriero. Successivamente le urne venivano deposte in dei pozzetti scavati nel terreno. Il tutto era accompagnato dal corredo e poi coperto da una lastra di pietra.

L’inumazione

Con l’avvicinamento alla cultura greca i corredi si arricchiscono e alla cremazione si sostituisce l’inumazione all’interno di sarcofagi. Le tombe diventano sempre più simili a case dall’aspetto accogliente e in seguito monumentali, con un corridoio il cui ruolo era quello di collegare l’ingresso alla camera sotterranea, protetta e coperta da un tumulo di pietra circolare, dove si trovava il sarcofago.

Nelle epoche successive si sviluppano edifici scavati nella roccia e a edicola, che ricordano piccole case con tetti spioventi e le cui facciate imitano quelle dei templi, affiancate da altari dedicati alle celebrazioni della persona scomparsa.

La civiltà etrusca si caratterizza, quindi, per un approccio positivo alla morte, che viene vista come un viaggio verso la vita eterna.